I giochi dei bambini non sono giochi, e bisogna considerarli come le loro azioni più serie.
Michel De Montaigne
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Il videogioco è forse il primo dispositivo tecnologico interattivo con cui viene a contatto il bambino.
I nativi digitali sono stati la prima generazione ad avere a che fare con i videogiochi, tutti ricorderanno il gioco di super Mario, che è stato un successo tra i bambini degli anni novanta, è stato forse il vero primo videogioco a colori, molto più elaborato e complesso dei suoi predecessori che ha avuto un grande successo.
Ma quale ruolo educativo svolge il videogioco? E per quale motivo i genitori oggi dovrebbero valutare un videogioco da ciò che insegna ai propri figli?
Certamente i videogiochi a cui giocavo io, oltre ad aver avuto uno scopo ben preciso, ad oggi li valuto molto educativi, in quanto l’obiettivo del gioco, si raggiungeva sempre senza violenza.
Oggi quel filtro si è molto limitato, i giochi con delle grafiche molto violente e dettagliate sono inarrestabili.
A mio parere e non solo, un videogioco influisce moltissimo sulla formazione dei bambini e degli adolescenti, è dunque corretto che i bambini assistano a delle scene così cruente e violente? Che imparino dal videogioco che nella vita per farsi rispettare bisogna essere violenti?
O è meglio un gioco in cui si impara la tenacia, la pazienza, che dall’errore si può imparare e ricominciare? O addirittura imparare a costruire e progettare?
Limitare il tempo del videogioco aiuta a non sviluppare la dipendenza, dunque il genitore ha il compito a volte gravoso, di dover staccare il bambino dalla televisione e dal videogioco.
Ma quali sono gli effetti del videogioco sulla salute dei bambini e dei ragazzi?
Dei ricercatori dell’università di Iowa State, hanno scoperto che ai videogiochi è associato il rischio di sviluppare dipendenza, ansia, disturbi depressivi e problemi di socializzazione, da altri studi simili inoltre è risultato addirittura che una certa percentuale di questi bambini aveva sviluppato alcuni sintomi patologici della dipendenza dal gioco.
Oltretutto i ragazzi e i bambini che passavano più tempo davanti ai videogiochi hanno cominciato a peggiorare nel loro rendimento scolastico, altri hanno sviluppato dei comportamenti tipici della dipendenza, avendo anche delle reazioni piuttosto pesanti nel momento in cui si cercava di togliere loro i videogiochi o farli smettere per qualche ora.
Purtroppo influisce molto il numero di ore che ragazzi passano di fronte allo schermo a giocare, questo può renderli talmente dipendenti dal perdere completamente interesse nei confronti della vita reale e sociale, ma mai come nel nostro tempo, stare attaccati ad uno schermo è un vero e proprio stile di vita che rischia di danneggiarci enormemente.
Per chi è già afflitto da questa dipendenza patologica da videogiochi, bisogna che i genitori si rivolgano a dei centri specializzati affinché il figlio possa essere curato da specialisti, chi ancora non ha questo problema invece dovrebbe impostare e organizzare con delle regole specifiche il tempo che i figli passano di fronte alla tv e ai videogames, ricordiamo sempre che non è lo strumento in sé il problema, bensì l’uso che se ne fa…
Delle piccole regole basilari per gestire i figli ai videogiochi sono:
Scegliere giochi semplici nei loro obiettivi, ma con delle scene piacevoli, colorate, pacifiche e divertenti.
Insegnare il distacco dal mezzo con delle sessioni temporali minime massimo 30 minuti e poi togliere il gioco al bambino, affinché impari che se il gioco c’è o non c’è non è un problema e impari a limitare il tempo delle proprie attività digitali, dedicando più spazio alla vita sociale.
Responsabilizzare i ragazzi, dando il videogames come premio per aver portato a termine i compiti.
Pochi semplici consigli, per tenere lontano il pericolo di dipendenza, e di problemi nello sviluppo mentale e della salute dei nostri ragazzi.