Consumare meno; condividere meglio.
Hervé Kempf Tweet
#Condivisione #Vetrina #Web #Follow #PixClick
Ci affanniamo a condividere le nostre vite online, ma quanto si può affermare che sia una condivisione vera e propria?
La condivisione a mio avviso è un qualcosa che viene vissuto in modo distorto nella realtà virtuale, perché il concetto di condivisione va oltre la mera logica del mostrare agli altri ciò che si fa o ciò che si è, quella al massimo è una sponsorizzazione di noi stessi, è un mostrare ciò che siamo da una vetrina, ma la condivisione implica dei passaggi molto più profondi e coinvolgenti, rispetto a quella che è una distratta osservazione di ciò che mostriamo, ma che all’atto pratico non racconta nulla di noi e non raggiunge negli altri il nostro sentire.
La condivisione è dividere con qualcuno qualcosa, il termine potrebbe essere corretto dal punto di vista etimologico, per quanto implica comunque una sorta di interazione tra te e colui con cui dividi qualcosa che ti appartiene, ma la parte interattiva della condivisione sul web viene sostituita da azioni meccaniche e generiche, che spesso non sussistono neanche.
Allora cos’ha di vero la condivisione online? Davvero siamo consapevoli di chi sono le persone a cui arriva ciò che condividiamo? E questo quanto incide realmente sullo sviluppo globale delle nostre sensazioni ed emozioni, nonché sui nostri rapporti reali e virtuali?
Ritengo che per quanto la virtualità venga vista come un qualcosa di non reale, abbia comunque un impatto devastante sulla salute emotiva delle persone, questo può essere causato da fattori come l’assenza di determinate sensibilità e la presenza di ambiguità che disorientano la persona che passa dalla realtà alla virtualità, spostando erroneamente la vita reale, nel non luogo di internet.
Quindi tendiamo a vivere una vita vera in un luogo inesistente, con persone presenti/assenti con tempi alterni e variabili, e con realtà che si basano all’80% sul nulla, o ancora peggio sulle nostre aspettative, il che rende l’ambiguità del web davvero pericolosa, perché proiettiamo sugli altri ciò che siamo e pensiamo noi, trascurando il fatto che così facendo, non solo non conosciamo nessuno in modo reale e autentico, ma ci facciamo influenzare, plagiare, e manipolare, donando informazioni su chi siamo, informazioni peraltro molto variabili e temporanee, su cui molti tendono a basare il proprio giudizio finale su di noi, non facendo tenere in conto tutto quello che una persona è globalmente.
L’essere umano dovrebbe essere visto come un armadio pieno di cassetti, e ogni cassetto è un aspetto del carattere e della personalità di ognuno che muta in base ai contesti, ai tempi, alle persone, non si può giudicare qualcuno da uno status, una foto, o un video messo online perché ognuno di noi è molto di più. Difendiamo la nostra unicità, impariamo ad andare oltre il primo impatto.