“Vorrei prendere a schiaffi, seppure col sorriso, quelle persone che pur di avere un like o una foto sono pronte a parlare male di chiunque. Mi disturba che non si riesce più a essere felici per l’altro.”
Alessandra Amoroso
#Social #Relazioni #Follow #PixClick
Da quando i social hanno preso piede, a livello sociologico vi è stata un’evoluzione in negativo delle relazioni, più egoismo, più individualismo, più disprezzo nei confronti dell’altro, il fatto di poter accedere a più aspetti della vita dei nostri familiari, dei nostri amici, dei nostri conoscenti, ci induce a sentirci in dovere di giudicarli semplicemente da ciò che postano online, tenendo poco in considerazione quelli che invece possono essere i lati oscuri e di sofferenza delle vite di ognuno che spesso vengono nascosti in tutti i modi, già perché oggi è impossibile essere fragili, perché essere fragili oggi significa essere abbandonati, isolati spacciati.
In troppi si arrogano il diritto di sapere tutto di noi, solo in base a ciò che postiamo su un social, ma per fortuna nessuno può davvero leggerci dentro.
Dovremmo tornare tutti più umili, imparare a gioire e soffrire per le gioie e le sofferenze altrui, dimenticare l’invidia complice dell’odio e della cattiveria, ma imparare a dare valore agli altri e anche a noi stessi, solo in questo modo ognuno può trovare il proprio posto nella società.
La cattiveria gratuita, il controllo e i sentimenti di odio che tanto alimentano i social non sono sentimenti direttamente imputabili alle piattaforme che sono meri strumenti, ma sono segno del fatto che le persone vivono di ideologie chiuse, sono segno del fatto che l’umanità non è pronta ad accogliere il diverso, la multiformità caratteriale dell’individuo.
E’ per tale motivazione che nella vita reale la persona ha una capacità di gestione dei rapporti sociali più dinamica.
Impariamo a non giudicare le persone e se proprio succede impariamo a comprendere che tutti siamo fatti di sfumature differenti e incategorizzabili e accettiamoci così come siamo.