\”Il progresso tecnologico è come un\’ascia nelle mani di un criminale patologico.\”
Albert Einstein
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Mi è spesso successo che per poter usufruire del mio smartphone io abbia dovuto obbligatoriamente accettarne le condizioni d’uso, ma se non avessi voluto accettarle allora il telefono non avrebbe potuto configurarsi e dunque funzionare.
Questa è chiaramente una forzatura delle condizioni, un obbligo a cui sottostare, in quanto è chiaro che una volta acquistato il telefono (ma questo succede anche con pc e tablet) avrei accettato, in quanto i soldi erano stati spesi e di conseguenza anche lo smartphone lo avrei voluto usare.
Questo genere di dinamica si è sempre applicata sui dispositivi come su internet, chiaramente tutti siamo ormai abituati ad accettare le condizioni senza neanche leggerle, non sapendo spesso neanche cosa abbiamo accettato.
Probabilmente i primi tempi in cui cominciavano a propagarsi queste nuove tecnologie questo non era neanche un grande problema, ma man mano che la società si sviluppa ed evolve con esse, chiaramente è importante sempre più fare attenzione a ciò a cui diamo consenso, in quanto anche a seguito di scandali come Cambridge Analityca, si è scoperto che tutti i nostri dati vengono forniti anche a terzi e che su questi dati cominciano a evolversi nuovi meccanismi di sviluppo tecnologico come ad esempio gli algoritmi e l\’intelligenza artificial.
Oggi grazie ad alcune nuove leggi siamo un po più consapevoli, ma sempre incasellati nell’obbligatoria accettazione delle condizioni d’uso e delle varie policy, e questo mi porta a valutare questa nuova era tecnologica come impositiva del suo solo punto di vista, della sua sola volontà.
E\’ ormai chiara la dinamica per cui di questi tempi, non utilizzare ad esempio uno smartphone è praticamente essere automaticamente esclusi dal mondo, è dunque necessario che i grandi colossi della tecnologia aprano possibilità molto più elastiche agli utenti, non si può più ormai dire: \”o accetti le nostre condizioni o sei fuori dal mondo\”.
Questa tecnologia ne ha di strada da fare, perché ad oggi non si può ancora rifiutare qualche condizione senza poi avere la possibilità di utilizzarne gli strumenti e di fruirne in modo democratico.
Per adesso il consiglio è quello di leggere attentamente le condizioni d’uso e le policy e sperare che questo genere di imposizione tecnologica si evolva in modalità più responsabile e democratica.